Centro Tedesco di Studi Veneziani

Persone/progetti attuali

Giugno 2025

  • Archival Insights: Tracing Jacob Marcaria’s Life in Renaissance Venice
    Postdoc

    Studi giudaici, della Bibbia e lingua ebraica - RWTH Aachen, Pr. Dr. Th. Simone Paganini
    In the past decades, the figure of Jacob Marcaria has attracted scholarly attention mainly in connection with the six years of activity of the Jewish printing house he founded with Rabbi Joseph Ottolenghi in Riva del Garda (1557-1563). However, to date, there is no systematic work that holistically reconstructs the stages of his life, from his medical studies in Padua to his practice of medicine in the territory of the Venetian Republic, to his work as a matchmaker for prominent members of the Venetian community, to his role as a judge in the rabbinical court of Venice. The present research not only sheds new light on the events that affected the life of an influential member of the Jewish intellectual class during the Renaissance in the Venetian Republic but also illuminates specific aspects of Jewish life during a crucial era in the history of these communities. Moreover, the investigation of the relations between Marcaria and prominent figures in the Venetian Republic, the Duchy of Milan and the Prince-Bishopric of Trent represents a new aspect of the research, highlighting unprecedented aspects of the mutual connections and influences between the social and cultural elites of the time. By providing the edition and historical contextualisation of new materials in Hebrew that would otherwise remain unknown, the information that emerged from this research may be helpful not only to scholars of Jewish history and culture but also to historians investigating the social and cultural dynamics and interconnections of the Venetian, Milanese and Tridentine domains of the Renaissance. In this sense, the project aims to create new interdisciplinary connections and stimulate debate among scholars.
    da Dicembre 2024 a Giugno 2025
  • La Città foresta (Progetto di ricerca nell'ambito architettonico e urbanistico)
    Borsa di studio per artisti

    Architettura
    Il cambiamento climatico sta trasformando le nostre città. Per mantenerle vivibili, dobbiamo dare più spazio alla natura, anche in città. Le foreste sono tra i più grandi tesori naturali del nostro pianeta. La Città foresta è l'idea di mettere gli alberi al centro delle nostre città, su larga scala. Christian Burkhard e Florian Köhl stanno conducendo una ricerca interdisciplinare su questo rimboschimento. Sta esaminando la Città foresta da una prospettiva progettuale, estetica, economica e sociale. L'obiettivo è la realizzazione.

    Venezia è unica, immutabile, sassosa, densa. Con i suoi cortili, le piazze, i giardini privati e semi-pubblici, è una città europea prototipica. Quanto bosco può sopportare una città del genere? Christian Burkhard si pone questa domanda a Venezia.
    qst.eco, architectuul.com
    da Aprile 2025 a Giugno 2025
  • Il milieu tedesco-veneziano nella rete fascista transnazionale, 1918–1933. Un caso studio sull'infiltrazione di istituzioni e comunità straniere durante la Repubblica di Weimar
    Progetto di dottorato

    Storia - Universität Bielefeld, Prof. Dr. Vito Francesco Gironda
    A partire dai primi anni Venti, Venezia costituì un nodo cruciale e finora inesplorato dei processi di networking transnazionale tra il regime fascista e le organizzazioni di lingua tedesca ad esso affini. Il mio progetto si concentra sul milieu tedesco a Venezia tra la fine della Prima guerra mondiale e l'instaurazione della dittatura nazionalsocialista e mira ad indagare l'infiltrazione e la strumentalizzazione di questo milieu come infrastruttura relazionale al servizio della rete transfrontaliera di gruppi fascisti ed estremisti di destra (NSDAP, “Stahlhelm”, PNF) tra Germania e Italia. Il focus dello studio è quindi costituito dalla “colonia” tedesco-veneziana e più in particolare dalle attività delle missioni diplomatiche e delle comunità religiose tedesche a Venezia a seguito della loro (ri)fondazione dopo la fine della Prima guerra mondiale.

    Il progetto si sviluppa a partire da un duplice interesse.

    In primo luogo, si analizzeranno la composizione generale e le dinamiche interne del milieu: Quali attori, gruppi o stratificazioni sociali e istituzioni furono decisivi, godettero di maggior prestigio e disposero di un maggior margine di manovra? Quanto fu centrale il ruolo del consolato e delle comunità protestanti e cattoliche nella formazione e nella coesione di queste formazioni sociali? Come si posizionavano la colonia e i suoi rappresentanti all'interno della più ampia società urbana veneziana? Quali Weltanschauungen emersero in termini politici? In che misura le disposizioni nazionaliste o völkisch furono decisive o addirittura maggioritarie, e quali orientamenti prevalsero nei confronti del regime fascista italiano e della democrazia di Weimar? Quali tensioni attraversavano il milieu in termini socio-culturali e confessionali?

    In secondo luogo, la funzione e il significato del milieu tedesco a Venezia saranno analizzati da una prospettiva transnazionale: Quali ambienti guidarono attivamente la rete fascista italo-tedesca? Quale fu il rapporto tra le organizzazioni della destra radicale e l’ambiente tedesco-veneziano? Quale ruolo svolsero a medio termine il consolato e le comunità cristiane con i loro membri attivi e il loro personale? In che misura gli aventi funzione furono consapevoli della strumentalizzazione da parte degli attori della destra radicale? È possibile riconoscere tendenze di rifiuto o addirittura di resistenza contro l'infiltrazione? La centralità del milieu tedesco a Venezia ha portato a una riconoscibile “impronta veneziana” sulle reti fasciste italo-tedesche? Quanto durò l'influenza della città lagunare dopo la “presa del potere” nazionalsocialista e come si svilupparono le successive biografie dei principali protagonisti attraverso e oltre l'era nazista?
    da Marzo 2025 a Agosto 2025
  • La Città foresta (Progetto di ricerca nell'ambito architettonico e urbanistico)
    Borsa di studio per artisti

    Architettura
    Il cambiamento climatico sta trasformando le nostre città. Per mantenerle vivibili, dobbiamo dare più spazio alla natura, anche in città. Le foreste sono tra i più grandi tesori naturali del nostro pianeta. La Città foresta è l'idea di mettere gli alberi al centro delle nostre città, su larga scala Florian Köhl sta conducendo una ricerca interdisciplinare su questo rimboschimento insieme a Christian Burkhard. Sta esaminando la Città foresta da una prospettiva progettuale, estetica, economica e sociale. L'obiettivo è la realizzazione.

    Venezia è unica, immutabile, sassosa, densa. Con i suoi cortili, le piazze, i giardini privati e semi-pubblici, è una città europea prototipica. Quanto bosco può sopportare una città del genere? Florian Köhl vuole esplorare questa domanda a Venezia.

    Florian Köhl è fondatore e proprietario dello studio fatkoehl Architekten e partner dell'ufficio Quest.
    fatkoehl.com, qst.eco
    da Aprile 2025 a Giugno 2025
  • Fluvio-Grafia. Dalla sorgente al delta: dare voce ai fiumi - rimodellare il loro futuro
    Habilitationsprojekt | Fritz Thyssen Stiftung

    Filologia romanza (francese/italiano))
    I testi dell’ultimo secolo mostrano in modo impressionante come il Po e la Durance, due fiumi alpino-mediterranei, non solo abbiano ispirato le nostre rappresentazioni e narrazioni, ma abbiano anche profondamente influenzato le culture dell’acqua e la memoria collettiva. Questi fiumi incarnano un importante patrimonio geografico, ecologico ed emozionale, rendendo visibili le sfide che i sistemi fluviali affrontano nell’Antropocene.

    Il Po e la Durance hanno lasciato un’impronta duratura nella storia della Francia meridionale e dell’Italia settentrionale: hanno irrigato le terre, nutrito le popolazioni e permesso la prosperità di città come Sisteron, Marsiglia, Torino e Venezia. Spesso paragonati ad alberi della vita – uno in Provenza, l’altro nel nord Italia – questi fiumi, che nascono entrambi nelle Alpi francesi (la Durance e la Dora, un affluente del Po, sgorgano addirittura dalla stessa sorgente), riflettono le politiche di gestione fluviale in Francia e in Italia. I testi letterari e documentari testimoniano le antiche strutture fluviali intrecciate, gli ecosistemi unici, le zone umide e i delta, ricordando un patrimonio quasi perduto.

    Oggi, il Po e la Durance sono sempre più esposti a condizioni estreme come siccità ricorrenti o alluvioni, aggravate dai cambiamenti climatici, dallo scioglimento dei ghiacciai e da diverse pratiche di gestione fluviale (protezione dalle inondazioni, costruzione di dighe, canalizzazioni, sviluppo del territorio e impianti nucleari, tra gli altri). I testi e gli studi documentano queste profonde trasformazioni dei fiumi sotto la pressione umana e delineano talvolta scenari distopici per il loro – e dunque per il nostro – futuro. Tuttavia, offrono anche prospettive innovative per la “riparazione dell’acqua” (Rey, 2021).

    Questa analisi ecocritica della fluvio-grafia del Po, della Durance e dei loro affluenti esamina l’evoluzione delle nostre culture dell’acqua e dimostra come le rappresentazioni letterarie di questi corsi d’acqua non solo aumentino la consapevolezza sui fiumi minacciati, ma possano anche suggerire soluzioni. Queste opere rivelano che la fluidità dei fiumi va ben oltre gli aspetti ecologici, intrecciandosi profondamente con il flusso della vita, del linguaggio, delle emozioni e dell’immaginazione. “When the Rivers Run Dry” (Pearce, 2019) non documenta solo il processo di scomparsa dei fiumi, ma anche la perdita delle parole per descriverli. La rappresentazione della libertà diventa più difficile, mentre il senso del sublime lascia sempre più spazio alla malinconia e al lutto.

    Parole chiave:
    Fluvio-grafia; culture dell’acqua; fiumi (intrecciati); gestione fluviale; storia dell’acqua; filosofia dell’acqua.
    da Febbraio 2025 a Gennaio 2026
  • Ricerche sulle fonti e l'annotazione del sapere
    Storia medievale - Universität Kassel, Prof. Ingrid Baumgärtner
    Sebbene le relazioni euro-nordafricane, anche nel contesto degli scambi tra Europa e mondo arabo, siano ormai ben studiate, i partecipanti al dibattito trascurano spesso il fatto che il Nordafrica costituisce solo una piccola parte del continente. Questa trascuratezza cronica dell’Africa subsahariana pervade molti ambiti e potrebbe essere espressione di un eurocentrismo ampliato, secondo il quale ha rilevanza soltanto ciò che avviene in prossimità dell’Europa. In questo contesto si trascura completamente che le regioni subsahariane dell’Africa furono per secoli collegate, tramite il commercio, indirettamente attraverso lo spazio arabo e successivamente anche direttamente con l’Europa. Esistono numerosi resoconti su ambasciatori africani presso le corti europee, come anche la partecipazione di una delegazione etiope al Concilio di Ferrara/Firenze. Tali contatti diretti hanno lasciato ulteriori tracce stimolando la curiosità verso ciò che era poco conosciuto.

    Naturalmente furono proprio i geografi e i cartografi a doversi interrogare su come l’Africa dovesse essere rappresentata, strutturata e ordinata cartograficamente. Se da un lato le nuove scoperte dei portoghesi lungo la costa sono state ampiamente trattate nella ricerca degli ultimi anni, dall’altro lo sguardo si è raramente rivolto all’interno del continente e alle relative concezioni di delimitazione e ordine.

    Nell’ambito della mia tesi di dottorato, gli sforzi si concentrano principalmente sulla mappa mundi realizzata intorno al 1459 dal monaco camaldolese veneziano Fra Mauro. L’obiettivo è mettere in luce i dettagli della concezione dell’Africa nel quadro della storia delle rappresentazioni, attribuendo particolare rilievo alla percezione, alla strutturazione e all’ordinamento dello spazio. L’analisi dovrà essere nell’ambito delle fonti narrative e iconografiche e prendendo in considerazione anche le cartografie islamiche dell’Africa nel XV secolo. La tesi di dottorato si limita all’immagine estremamente dinamica dell’Africa nel XV secolo, in cui l’esplorazione del continente e lo scambio con i suoi abitanti si estendevano molto verso sud.
    da Maggio 2025 a Settembre 2025
  • Scomparso? Tracce di attività predicatoria carmelitana a Venezia
    Postdoc

    Storia (Medioevo)
    Nel medioevo la maggior parte delle fonti, in generale, è costituita dai sermoni – essi sono numerosissimi e vengono sottostimati riguardo alla loro importanza. Le ricerche sulla cultura predicatoria degli ordini mendicanti, fino ad ora, si sono concentrate soprattutto sui Francescani e Domenicani. I Carmelitani invece sono stati trascurati.
    Fino a pochi decenni fa era conosciuta soltanto un'unico sermone carmelitano medievale. Che questa situazione non rifletta correttamente la realtà della tradizione sembra palese, dato che la ragion d'essere dell'ordine era la predicazione. Nel frattempo sono state trovate altri sermoni e ciò che li distingue è il loro forte riferimento alla realtà contemporanea. Nell'insieme europeo dei sermoni i Carmelitani erano ritardatari. Espulsi dalla Terra Santa dovettero crearsi, con l'aiuto del papato, una nuova esistenza in Europa. Da eremiti divennero monaci mendicanti. All'interno dei loro sermoni, i Carmelitani riflettevano sulla propria storia migratoria che a partire dal 1230 li aveva condotti dalla Terra Santa all'Europa. Esse contemplavano le difficoltà associate al processo di integrazione nelle strutture istituzionali esistenti. Ripetutamente dovettero ridefinire la loro identità conciliando gli ideali eremitici dell'Oriente con le linee guida degli ordini mendicanti dell'Occidente.
    I Carmelitani erano presenti a Venezia fin dall'anno 1285. Come loro convento rappresentativo figurava S. Maria dei Carmini a Dorsoduro, dove rimasero fino al 1810, quando venivano soppressi attraverso Napoleone. Sono progettate delle ricerche sul destino della biblioteca del monastero, i cui volumi più preziosi sono stati portati in un deposito centrale a Padova dal quale sono stati distribuiti ulteriormente. Inoltre sono da identificare dei manoscritti di sermoni dei Carmelitani veneziani finora sconosciuti.
    La ricerca sui sermoni non serve soltanto a identificare dei testi finora sconosciuti e alla loro edizione che aumenterà il numero delle fonti, ma essa irradia anche su altre aree: Sermones aiutano a capire le diverse culture di conoscenza che sono radicate all'interno del loro rispettivo contesto (pastorale). I Sermones non trattano solo un'ideale ortodosso, bensì anche la realtà eterodossa all'interno delle città tardo-medievali. Perciò i sermoni sono sempre da intendersi come importante contributo alla storia sociale, economica e istituzionale del Medioevo.
    da Maggio 2025 a Luglio 2025
  • Venezia oltre Venezia. L'immagine di Venezia nella zona del mare adriatico tra irridentismo e turismo globale
    Postdoc

    Storia dell'arte
    In un'emozionante lettera all'amico pittore Giambattisa Bassi del 1875, Francesco Dall'Ongaro associa la città lagunare di Venezia al mitologico fiume degli inferi, le cui acque fanno dimenticare ogni ricordo. In netto contrasto con ciò, Trieste prometteva al giovane scrittore una prospettiva futura, un “avvenire così felice” - cosa si può sperare di più da una città? Nell'Ottocento, a quanto pare, i canali della Serenissima sprofondavano fino al Lete, mentre l'imperiale “urbs fidelissima” Trieste risaliva in direzione opposta per diventare la “città del futuro” (Vanzan Marchini 2016).

    Questo è il punto di partenza del presente progetto, che esamina dialetticamente sia la percezione di Venezia sulla costa adriatica sia il modo in cui il trionfo economico della Trieste asburgica fu accolto a Venezia. Entrambe le prospettive si basano sul fatto che la città lagunare non ha affatto perso il suo status di punto di orientamento artistico sull'Adriatico con il suo canto del cigno politico globale. Al contrario, la sua percezione esterna sembra essersi spostata da una potenza marittima a una “padrona del passato” (Glaesner 1915) vendibile ai turisti. In definitiva, si vuole dimostrare che le immagini (come i manifesti pubblicitari e i dipinti) e l'architettura in particolare hanno giocato un ruolo decisivo in questo processo. Nel caso di Trieste, si può sostenere che alla fine del XIX secolo Venezia veniva ancora copiata, ma che la cultura visiva e architettonica della città testimoniava il fatto che non voleva vedersi come una mera iterazione, una copia a metà dell'originale, ma come un successore autosufficiente dell'egemonia marittima veneziana - interamente nel senso di una translatio imperii sull'Adriatico.
    da Aprile 2025 a Luglio 2025

Persone/progetti futuri

  • da Luglio 2026 a Settembre 2026
  • L’architettura della Cappella Emiliana di San Michele in Isola
    Progetto di dottorato
    da Agosto 2025 a Settembre 2025
  • Contratti di navigazione tra pellegrini tedeschi e patroni veneziani: una ricerca di tracce
    Progetto di dottorato
    da Luglio 2025 a Agosto 2025
  • Giovanni Bellini e la Devotio Moderna: scambio religioso e la teoria d'arte del Quattrocento
    Progetto di Monografia
    Gennaio 2026
  • L'artista itinerante Friedrich Nerly (Erfurt 1807 ? Venezia 1878) e la sua produzione pittorica veneziana. Progetto di ricerca sul lascito di Friedrich Nerly, Angermuseum Erfurt
    Postdoc
    da Settembre 2025 a Ottobre 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Ottobre 2025 a Dicembre 2025
  • Postdoc
    da Ottobre 2025 a Gennaio 2026
  • Borsa di studio per artisti
    da Luglio 2025 a Settembre 2025
  • Da Venezia a Berlino: opere d’arte bizantine, medievali e rinascimentali vendute al Kaiser-Friedrich-Museum dal mercante d’arte veneziano Alvise Bernardino Barozzi
    Postdoc
    Luglio 2025
  • Borsa di studi per artisti
    da Ottobre 2025 a Dicembre 2025
  • Gente in gamba. L'industria vetraria di Murano tra tradizione e innovazione, tra fama e segreto
    Progetto di dottorato
    Agosto 2025
  • L'Altra Biennale: le Biennali d'arte antica di Venezia e l'invenzione di una tradizione duratura (1935-1950)
    Postdoc
    Settembre 2025
  • Borsa di studi per artisti
    da Luglio 2025 a Settembre 2025
  • Gli ebrei nel Partito Nazionale Fascista
    Progetto di dottorato
    da Agosto 2025 a Settembre 2025
  • I soggiorni di Marquard Gude (1635-1689) in Veneto:
    Biblioteche, manoscritti e reti di studiosi
    Postdoc
    Aprile 2026
  • da Febbraio 2026 a Giugno 2026
  • da Ottobre 2025 a Febbraio 2026
  • Concetti scenici nel Primo Novecento: il teatro musicale di Gian Francesco Malipiero
    Progetto di abilitazione
    da Ottobre 2025 a Gennaio 2026
  • La diaspora sefardita a Venezia (1492-1541)
    Progetto di dottorato
    da Marzo 2026 a Aprile 2026
  • Luglio 2026

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