Centro Tedesco di Studi Veneziani

Persone/progetti attuali

Ottobre 2024

  • Iniziative rurali come motori di trasformazione
    Borsa di studio per artisti

    Architettura
    Vivo e lavoro come architetto in una località rurale sul nostro “sito sperimentale per l’edilizia del futuro” nel parco del Castello di Bedheim nell'Est della Germania. Per il mio progetto “Iniziative rurali come motore di trasformazione” cerco persone con un simile interesse a Venezia, in Italia e in Giappone.

    Nei forum globali politici, scientifici e sociali si discute di trasformazioni verso un futuro ecologicamente consapevole e vivibile. Si chiede a gran voce un’industria edilizia post-fossile, un’immagine di sé più sufficiente e una nuova mentalità di cura verso l’ambiente, verso i nostri simili e verso noi stessi. Sono certa che il deficit di conoscenza su questo tipo di argomenti sia molto inferiore al deficit di azione.

    Spesso inosservate dai grandi centri (e quindi dal discorso pubblico), nelle zone rurali (e quindi dove c'è spazio) si stanno formando iniziative che stanno già vivendo queste trasformazioni. Sono per lo più gruppi di imprenditori, scienziati, artisti, agricoltori e tecnologi che si insediano nelle aree agresti dove lavorano insieme. Sono ben più di semplici “Aussteiger”, persone quindi rompono i ponti con la società, ma si tratta di persone guidate dalla convinzione che bisogna agire e dal desiderio di autoefficacia. Anche le nuove possibilità di lavoro a distanza al 100% e i vantaggi dei programmi governativi di sostegno alla resilienza per le aree rurali incoraggiano tali decisioni. Al fenomeno dell’ “esodo rurale” si è aggiunto da tempo quello dell’“esodo urbano”.

    A Venezia mi interesso in particolare per progetti nella laguna e desidero incontrare persone nel campo dell’innovazione sociale rurale, che vivono, coltivano, costruiscono e mangiano in modo ecologicamente ed eticamente sostenibile. Il mio focus sono le storie individuali con le sinergie tra la città e il paesaggio circostante, tra la conservazione ciclica e lo sforzo creativo, tra il mare e la terra, tra i contadini e il turismo, tra lo sfruttamento e la fertilità.

    Riutilizzo dei tessuti

    Come artista, mi interessano anche le sinergie insolite, forse persino scomode. L'opera “Wendeweste (interreligious)”, completata durante il mio soggiorno a Venezia, riunisce due tessuti diventati obsoleti per ragioni diverse, un pezzo di Kiswa (un tessuto che cambia annualmente appeso alla Kaaba) e un paramento proveniente da una chiesa protestante usata in maniera diversa.

    I temi di quest'opera sono riscontrabili qui a Venezia. Sono quindi sensibilizzata ai tessuti-spazzatura della città, carichi di simboli e di storia e completamente privi di significato. Il tema dell'Islam vivente in Europa mi permette anche di scoprire (tracce di) progetti come l'installazione reale di Christoph Büchel “The Mosque” del 2015 nella Chiesa della Misericordia a Cannaregio.

     

     

     

     

     
    da Ottobre 2024 a Dicembre 2024
  • La tassidermia nelle immagini e nella scienza a Venezia nell’età moderna
    Postdoc | Fritz Thyssen Stiftung

    Storia dell'arte
    Il mio progetto di ricerca vuole far luce sulle origini della tassidermia nelle collezioni europee, esaminando le relazioni tra ciarlatanesimo e storia naturale moderna nella Venezia capitale della Serenissima. Il progetto esplorerà un campo ancora poco studiato tra le discipline della storia dell'arte e che abbraccia anche altri campi del sapere: dalla storia della scienza alla storia del collezionismo, passando per la storia del libro. L’obiettivo sarà quello di rinegoziare la comprensione delle prime forme di tassidermia, la loro rappresentazione in disegni, stampe e manufatti, e infine la loro seconda vita nella scienza moderna.

    Il progetto post-doc analizzerà in profondità le connessioni tra Venezia e la città universitaria di Padova che nel 1533 vide una delle prime cattedre di medicina. Sempre a Padova e al suo ateneo si deve la fondazione, nel 1545, del primo orto botanico italiano, con annessa collezione di storia naturale. Medici e naturalisti affluivano nella città portuale di Venezia per rifornirsi di semi, di piante, per ammirare pesci, uccelli e altre creature nei mercati, dove eventualmente acquistarli per le loro ricerche. In questo periodo nasce il bisogno di preservare il corpo senza vita degli animali più disparati, preservandone lo stato più a lungo.
    In mancanza degli agenti essicanti moderni e a causa della difficoltà di conservare gli animali imbalsamati per lunghi periodi, solo pochissimi esemplari di questa fase storica sono arrivati fino a noi. Inoltre, la maggior parte dei reperti ci arriva in forma frammentaria o attraverso immagini e testi.

    Come praticanti delle "vernacular sciences", secondo la definizione di Pamela H. Smith, i ciarlatani (denominati anche saltimbanchi, speziali, erbari ecc.), sostituivano gli odierni tassidermisti e si cimentavano nella mummificazione o imbalsamazione di animali da esporre nei loro laboratori. I ciarlatani conducevano solitamente una vita ai margini della società ed erano considerati individui sospetti o poco raccomandabili.
    Questo è probabilmente uno dei motivi del ridotto riconoscimento di queste figure nella tassidermia antica. Importanti pubblicazioni sul ciarlatanesimo sono state presentate negli ultimi anni. In particolare, si ricorda i lavori di David Gentilcore e Tina Asmussen insieme a Hole Rössler. Pur con tutti i loro meriti, queste opere non hanno trattato in modo approfondito l'impatto di questa pratica sulle scienze naturali.  Questo studio si propone quindi di far luce sui ciarlatani, che dal Cinquecento in poi cominciarono gradualmente a stabilirsi a Venezia analizzando anche il rapporto che ebbero con l’alta società di quel periodo in particolare con i loro clienti, come i collezionisti Daniele Barbaro e Giovanni Grimani a Venezia o i naturalisti Ulisse Aldrovandi a Bologna e Francesco Calzolari a Verona.
    da Febbraio 2024 a Gennaio 2025
  • Da Venezia a Berlino: opere d’arte bizantine, medievali e rinascimentali vendute al Kaiser-Friedrich-Museum dal mercante d’arte veneziano Alvise Bernardino Barozzi
    Postdoc

    Storia dell'arte
    I Musei Statali di Berlino possiedono numerose opere d'arte bizantine, medievali e rinascimentali: dipinti, sculture, oggetti liturgici, oggetti d'arte applicata che, nella seconda metà dell'Ottocento e soprattutto nei primi anni del secolo scorso, furono acquistate da Gustav Friedrich Waagen (1794-1868), Ignaz von Olfers (1793-1872) e, in seguito, anche da Wilhelm von Bode (1845-1929), succedutesi alla direzione delle collezioni reali. Diverse centinaia di oggetti provenienti dal mercato italiano giunsero a Berlino grazie alla politica culturale dell'epoca e al generoso finanziamento degli Hohenzollern. Molte di queste opere provenivano da città d'arte come Venezia, Ravenna, Firenze e Roma, oltre che dalla Campania, dalla Puglia e dalla Sicilia e arrivarono a Berlino grazie alla stretta collaborazione dei direttori dei Musei Reali con noti connoisseurs e abili mercanti d'arte italiani che sapevano esattamente quali oggetti d’arte procurare per colmare le lacune nelle collezioni berlinesi, in particolare opere del periodo paleocristiano e medievale. La politica culturale degli Hohenzollern e il desiderio personale dell'imperatore, infatti, erano rivolti a fare dei Musei Reali berlinesi un’istituzione che avesse pari prestigio e dignità dei grandi musei parigini o londinesi.

    Molti ricercatori, collezionisti appassionati ed esperti mercanti d'arte conoscono i nomi di Stefano Bardini (1836-1922) o di Ludwig Pollak (1868-1943). Il primo, conosciuto come “il principe degli antiquari”, lavorò a Firenze, così come il mercante d'arte Luigi Grassi, mentre Ludwig Pollak, celebre archeologo e art dealer praghese, visse e lavorò a Roma tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del secolo scorso. Particolarmente studiati sono stati anche alcuni mercanti d'arte veneziani, come Francesco Pajaro e Moise della Torre che furono in costante contatto con i Musei Reali di Berlino nella seconda metà dell'Ottocento, ma occorre ricordare un altro mercante d’arte veneziano particolarmente interessante: il barone Alvise Bernardino “Dino” Barozzi.

    Durante il mio lavoro di ricerca presso il Bode Museum e lo Zentralarchiv a Berlino ho spesso trovato il suo nome negli inventari del Kaiser-Friedrich-Museum, così come in molte lettere di trasporto che dimostrano la sua relazione con Wilhelm Bode. Si tratta della vendita di sculture, “vere da pozzo”, “patere” e dipinti antichi, alcuni dei quali sono oggi esposti o custoditi nei depositi dei Musei Statali.

    Alvise Barozzi fu particolarmente attivo tra il 1900 e il 1914 perché sapeva esattamente di cosa aveva bisogno Wilhelm Bode: opere d'arte di origine veneziana provenienti da edifici ecclesiastici, come abbazie e monasteri, oppure provenienti da collezioni private. Oltre a queste opere d'arte i Musei Statali di Berlino conservano anche le numerose lettere inviate da Barozzi a Bode spesso accompagnate da fotografie o schizzi delle opere.

    Il mio progetto di ricerca ha l’obiettivo di studiare questa ricca e ancora sconosciuta documentazione, conservata sia nella capitale tedesca, sia in alcuni importanti archivi veneziani per cercare di ricostruire la vita di Alvise Bernardino Barozzi, membro di una delle dodici famiglie “apostoliche” di Venezia, con particolare riguardo alla sua attività di mercante d'arte. Questa ricerca potrà contribuire a comprendere meglio sia il “gusto” di Venezia e dei suoi artisti nei primi anni del XX secolo, sia l’evoluzione del mercato dell’arte tra Italia e Germania in un periodo nel quale i governi italiani cercarono di regolamentare l’esportazione di opere d’arte attraverso leggi via via più severe nel tentativo di proteggere i tesori della nazione ed evitarne la perdita, un obiettivo che fu raggiunto solo in parte.
    da Settembre 2024 a Ottobre 2024
  • La figura dello spettatore nell’opera di Giandomenico Tiepolo e nella cultura visiva del Settecento veneziano
    Progetto di dissertazione

    Storia dell'arte - Prof. Dr. Peter Geimer, Freie Universität Berlin
    Nella mia tesi di dottorato vorrei indagare le modalità, in cui Giandomenico Tiepolo raffigura gli spettatori e gli spettacoli, nel contesto della cultura dell'osservazione e dell'intrattenimento a Venezia nel Settecento. Tutt’altro che semplici mediatori ai margini dell'azione, le figure di spettatori appaiono come i principali protagonisti delle opere di Giandomenico. Distraendo dalle rappresentazioni del ciarlatano, del ballo o del Mondo nuovo, gli osservatori mascherati creano essi stessi delle attrazioni visive – e sfuggono a un’osservazione esaustiva.

    Il condensamento degli spettatori nei dipinti di Giandomenico può essere interpretato come una risposta ironica alle strategie di inclusione con cui altri media dell’epoca cercavano di attirare un pubblico sempre più vasto. Durante il Settecento, gli spettacoli veneziani non solo diventavano un’attrazione turistica popolare, ma anche un soggetto pittorico diffuso, associato a idee di partecipazione culturale e sociale. Nella mia tesi vorrei discutere la misura in cui le immagini di Giandomenico contrastano le strategie visuali di inclusione che suggeriscono l’accesso diretto al piacere o l’appartenenza a una comunità.

    La rappresentazione di osservatori non caratterizza esclusivamente l’opera di Giandomenico Tiepolo, né documenta semplicemente la presenza di osservatori che l’artista potrebbe aver visto a Venezia. Piuttosto, indica l’interesse di una società in cui l’osservazione era molto coltivata e discussa. Durante il mio soggiorno al Centro di Studi, vorrei approfondire le relazioni fra i dipinti di Giandomenico e altri media, oltre a pittura e grafica, che inventano e riflettono nuove figure di spettatori, come il teatro di Carlo Goldoni, i rapporti di viaggio o i giornali illuministi del Settecento. L’ipotesi che nuove istruzioni e nuovi incentivi a guardare siano andati di pari passo con nuove richieste agli o degli spettatori davanti ai dipinti orienterà la mia ricerca a Venezia.
    da Settembre 2024 a Dicembre 2024
  • Gli affittuali dei palchi nei teatri veneziani nell’ultimo ventennio del Seicento: un'indagine comparata sui teatri di San Giovanni Grisostomo, San Samuel, San Giovanni e Paolo e San Moisè
    Post Doc

    Musicologia
    Il progetto si propone di analizzare il fenomeno degli affittuali dei palchi nei principali teatri veneziani a fine Seicento, con particolare attenzione ai palcoscenici gestiti da Vincenzo e Giovanni Carlo Grimani, ovvero San Giovanni Grisostomo, San Samuel, San Giovanni e Paolo e San Moisè. L'indagine si basa sull’ipotesi che la posizione occupata a teatro non fosse solamente una questione di gusto per le arti, ma un riflesso delle dinamiche politiche e sociali della Serenissima, in un periodo in cui il controllo della nobiltà e la gestione delle sue relazioni erano questioni cruciali per il governo della Repubblica. Nella seconda metà del XVII secolo, il teatro d’opera a Venezia non solo rappresentava uno spazio di intrattenimento, ma si configurava come un luogo privilegiato per l'osservazione dei mutamenti sociali e delle strategie di ascesa politica. I teatri, infatti, diventavano palcoscenici di una complessa interazione tra le famiglie del patriziato veneziano e le nuove élite emergenti, che ambivano a un posizionamento sociale più elevato attraverso la visibilità e il prestigio ottenuto nei palchi durante le stagioni teatrali, in particolare nel periodo del carnevale. Attraverso l'analisi di fonti archivistiche, tra cui i documenti notarili conservati in Archivio di Stato a Venezia, si intende approfondire il ruolo dei fratelli Grimani, gestori di questi teatri, nel mantenimento dell’ordine amministrativo e sociale attraverso la gestione degli affitti. L'obiettivo del progetto è evidenziare le connessioni tra l'ascesa sociale e la partecipazione alle rappresentazioni teatrali, considerando le differenze tra i teatri in esame, con un’attenzione particolare alle dinamiche di affermazione delle famiglie patrizie nei rispettivi spazi. Questo studio consentirà una nuova interpretazione del teatro d’opera veneziano come specchio delle tensioni politiche e sociali, ponendo l’accento sul legame tra la fruizione teatrale e il consolidamento del potere politico.
    da Ottobre 2024 a Gennaio 2025
  • Provenienza: Migrazioni di un concetto
    Post Doc

    Storia dell'Arte
    Il progetto è un'analisi multiprospettica del concetto di provenienza per aprire spazi del sapere e della pratica transdisciplinari nel lavoro museale. Si immerge nella presenza e la migrazione della provenienza come concetto da un lato e come episteme dall'altro nei diversi contesti della lingua, del sapere, della storia, della cultura, della politica, dell'economia, dell'individuo e della società.

    La migrazione della provenienza è esemplificata come dinamica epistemologica. Il suo potenziale nella produzione e nel trasferimento del sapere dentro e fuori dei musei viene chiarito attraverso casi diversi.

    A tal fine, nel contesto della borsa al Centro Tedesco degli Studi Veneziani, il progetto si rivolge alla Congregazione Armena Mechitarista di Venezia e Vienna come caso di studio particolare. Le vaste collezioni di beni culturali armeni dell'ordine, tra cui manoscritti, opere di arti decorative e belle arti, inoltre oggetti archeologici, sono accessibili al pubblico nei siti nel corso della loro musealizzazione. La storia e le strategie di questi processi di musealizzazione sono esaminate in particolare nel contesto degli obiettivi di preservazione del patrimonio culturale armeno.

    Sullo sfondo dell'insediamento dell'ordine a Venezia e a Vienna, la migrazione della cultura armena e la sua provenienza sono considerate attraverso la vera e propria migrazione fisica dei mechitaristi nello spazio in relazione al loro contributo alla produzione e al trasferimento del sapere nonché la tutela dei beni culturali.
    da Ottobre 2024 a Gennaio 2025
  • Tacito come “bussola pei comportamenti” nella corte: i libretti di Elio Seiano di Nicolò Minato (1667)
    Post-doc

    Musicologia
    Lo studioso del teatro d’opera conosce Nicolò Minato come prolifico autore di drammi per musica e oratorii, cantati a Venezia e a Vienna nella seconda metà del Seicento. Ma prima di cimentarsi col teatro d’opera, nel 1645 a Venezia, Minato dà alle stampe Eruditioni per li cortigiani, un dotto trattato di comportamento che in quaranta capitoli argomenta alcuni dei temi più battuti della trattatistica cortigiana coeva. L’esposizione si appoggia ad ‘aneddoti’ tratti da Seneca, Svetonio, Plutarco, Appiano, e soprattutto dagli Annali di Tacito. Il trattato è importante non soltanto per la singolare tradizione che lo colloca a tutti gli affetti in una prospettiva di respiro europeo (Minato basa il suo lavoro su opere di Eustache de Refuge e Girolamo Canini D’Anghiari, tra le altre, rilette attraverso la versione latina di Eusebius Meisner), ma anche perché offre considerevole spazio alle vicende relative a una figura ricorrente nella letteratura secentesca: si tratta di Elio Seiano, prefetto del pretorio romano che, come ricorda Tacito nei libri IV e V degli Annali, fu elevato dall’imperatore Tiberio alle più alte cariche dell’impero. A Seiano, caduto in disgrazia per eccesso d’ambizione presso lo stesso imperatore che l’aveva favorito, le Eruditioni dedicano numerosi passi e un intero capitolo. Ed è senz’altro da queste pagine che nel 1667 Minato trarrà il soggetto per la stesura di due drammi ‘gemelli’, ossia concepiti come un vero e proprio dittico da inscenarsi in due sere consecutive nel teatro di S. Salvatore, La prosperità di Elio Seiano e La caduta di Elio Seiano, per musica di Antonio Sartorio. Quest’ultimo, Kapellmeister in Hannover, mette mano all’opera col chiaro obiettivo di magnificare il casato Hannover, come tra l’altro testimoniano la dedica a Johann Friedrich e a Sophie Amalia regina di Danimarca.

    La fonte dichiarata nel libretto è Tacito, ovvero la massima autorità in materia di filosofia politica agli occhi del Seicento europeo, oggetto di studi e volgarizzazioni. Una lunga teoria di intellettuali ed eruditi traduce e commenta Tacito, e i suoi scritti sono alimento quotidiano per gli accademici veneziani, Incogniti, Discordanti e Imperfetti, cenacolo quest’ultimo a cui Minato stesso aderisce. Nella storia della Roma imperiale come la tramandano gli Annali si legge una lampante allegoria della corruzione delle corti principesche (basti pensare all’Incoronazione di Poppea dell’Incognito Busenello); e se è vero che il palazzo imperiale è per eccellenza il teatro delle rivalità intestine, lo studio delle azioni dei grandi – anche le più inconfessabili – acquista un robusto, machiavellico intento didattico: l’antico è assunto non solo come esempio negativo e antifrastico bensì in primis come paragone analogico per descrivere la realtà contemporanea. Così la lezione di Tacito diventa una «bussola pei comportamenti», un «vademecum per vivere e sopravvivere nelle corti».

    La fortuna della Prosperità di Elio Seiano, una delle opere più rappresentate di Sartorio, è documentata dalle numerose riprese. Il dittico di Minato fornisce una testimonianza complessa e interessantissima per lo studio della ricezione della materia tacitiana nell’àmbito del teatro d’opera, i cui motivi s’intrecciano con ispirazioni di natura libertina, in primis con la produzione letteraria degli accademici Incogniti. Lo studio puntuale dei due drammi concernenti Elio Seiano e l’edizione critica dei rispettivi testi drammatici porterebbe alla luce aspetti notevoli in una prospettiva interdisciplinare (l’argomento interessa egualmente storia, arti letterarie, performative, iconografiche), non tralasciando riflessioni sul significato del messaggio dello storico romano negli anni d’oro della divulgazione del melodramma in Venezia e oltre: alias guardando alla diffusione del dramma per musica nelle corti europee.

    L’obiettivo del progetto è l’approntamento dell’edizione critica dei due libretti relativi a Elio Seiano corredati da un’ampia introduzione volta a contestualizzare l’opera nel rispetto dello studio della trattatistica coeva e della letteratura d’impronta libertina (alias Incognita). L’introduzione illustrerà il contesto generativo delle ‘opere gemelle’, gli antecedenti storico-letterari, la struttura dei drammi e le convenzioni drammaturgiche impiegate.
    da Settembre 2024 a Novembre 2024
  • La diaspora sefardita a Venezia (1492-1541)
    Progetto di dottorato

    Storia - Universität Trier, Prof. Dr. Lukas Clemens u. JProf. Dr. Andreas Lehnertz
    Il mio progetto di dottorato esamina i primi movimenti migratori dei sefarditi - compresi i cosiddetti marrani, gli ebrei convertiti - dopo la loro espulsione dalla penisola iberica nel 1492 e nel 1497 e la loro riorganizzazione nella città lagunare.

    Finora la ricerca si è concentrata sulla seconda metà del XVI secolo, quando a Venezia si formò una grande comunità sefardita, che ebbe persino un'influenza sulla successiva formazione della comunità di Amsterdam. Tuttavia, il fatto che i sefarditi vivessero in laguna già alla fine del XV secolo e fossero in grado di sfidare l'espulsione nel 1497 non è stato preso in considerazione. Tuttavia, la riorganizzazione nella prima fase della migrazione è particolarmente interessante, poiché è in questo periodo che si formarono le basi e le condizioni per un ulteriore insediamento e per la creazione di comunità più grandi.

    Il mio progetto mira ad approfondire le connessioni tra i sefarditi e la società cristiana ed ebraica all'interno e all'esterno della città lagunare, nonché le loro attività. Questi risultati devono essere considerati sullo sfondo del quadro politico fornito dalla Serenissima, per poter trarre conclusioni sul margine di manovra dei sefarditi nella loro riorganizzazione a Venezia. In questo modo, vorrei gettare nuova luce sui primi movimenti migratori sefarditi e contribuire a una visione molto più differenziata della diaspora sefardita.
    da Ottobre 2024 a Novembre 2024
  • Borsa di studio per artisti
    Musica/Composizione
    da Ottobre 2024 a Dicembre 2024

Persone/progetti futuri

  • da Luglio 2025 a Settembre 2025
  • Archival Insights: Tracing Jacob Marcaria’s Life in Renaissance Venice
    da Dicembre 2024 a Aprile 2025
  • da Dicembre 2024 a Gennaio 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Aprile 2025 a Giugno 2025
  • L'artista itinerante Friedrich Nerly (Erfurt 1807 ? Venezia 1878) e la sua produzione pittorica veneziana. Progetto di ricerca sul lascito di Friedrich Nerly, Angermuseum Erfurt
    Progetto postdoc
    da Settembre 2025 a Ottobre 2025
  • Transizioni della musica vocale antica nei compositori italiani dal secondo Novecento a oggi
    Postdoc
    da Febbraio 2025 a Aprile 2025
  • da Marzo 2025 a Agosto 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Ottobre 2025 a Dicembre 2025
  • Postdoc
    da Ottobre 2025 a Gennaio 2026
  • Borsa di studio per artisti
    da Luglio 2025 a Settembre 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Aprile 2025 a Giugno 2025
  • Post Doc
    da Dicembre 2024 a Gennaio 2025
  • Borsa di studi per artisti
    da Ottobre 2025 a Dicembre 2025
  • Tra fame e golosità: le mode alimentari nell'Europa medievale
    Progetto Postdoc
    Aprile 2025
  • Gente in gamba. L'industria vetraria di Murano tra tradizione e innovazione, tra fama e segreto
    Agosto 2025
  • Febbraio 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Gennaio 2025 a Marzo 2025
  • Progetto post-doc
    Febbraio 2025
  • Borsa di studi per artisti
    da Luglio 2025 a Settembre 2025
  • Gli ebrei nel Partito Nazionale Fascista
    Progetto di dottorato
    da Agosto 2025 a Settembre 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Gennaio 2025 a Marzo 2025
  • da Agosto 2025 a Novembre 2025
  • La collezione di Karl Roner von Ehrenwerth e il gusto delle élites straniere nella Venezia asburgica
    Progetto Postdoc
    da Maggio 2025 a Luglio 2025
  • Scomparso? Tracce di attività predicatoria carmelitana a Venezia
    Postdoc
    da Maggio 2025 a Luglio 2025
  • La composizione collaborativa nel primo periodo moderno
    Marzo 2025
  • La supervisione papale delle antichità nel XVII secolo
    Progetto di dottorato
    Novembre 2024
  • Postdoc
    da Aprile 2025 a Luglio 2025

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